Martedì 17 Giugno, alle ore 18:00, verrà presentata la Stagione Scuole 2025/2026 di TeatrOreno. Un'occasione importante per educatrici, educatori, inseganti e dirigenti di asili, scuole primarie e secondarie per conoscere l'offerta della stagione e programmare i titoli all'interno dell'anno scolastico.
Ingresso libero.
APOLOGIA DI UN MALATO CHE NON C’ERA, liberamente ispirato a Il malato immaginario di Molière
scritto e diretto da Serena Andreani
con gli attori detenuti della Casa Circondariale di Monza
e la partecipazione di Giulia Bellani
direzione tecnica Beatrice Masi
direzione di produzione Marta Galli
produzione ArteVOX Teatro e Le Crisalidi Cooperativa Sociale
Apologia di un malato che non c’era, liberamente ispirato a Il malato immaginario di Molière è uno spettacolo che esplora la condizione umana attraverso gli occhi di un uomo che lotta contro qualcosa di invisibile, che non c’è. Interpretato da attori detenuti, il lavoro si sviluppa in un dialogo interiore e collettivo, evidenziando un mondo che spesso tende ad ignorare le sofferenze “invisibili” e le voci marginalizzate, talvolta approfittando della condizione di svantaggio per esercitare una egemonia intellettuale. Il protagonista vive un’esistenza in bilico tra realtà e follia, si percepisce come “malato” sebbene nessuno lo riconosca come tale e la sua apologia si trasforma in un atto di denuncia, dove ogni singolo personaggio in scena diventa un frammento di un più ampio concetto.
In fondo, tutti sono o sono stati prigionieri di un sistema che non vede oltre le apparenze, che non riconosce il dolore di chi non ha una “ferita” visibile.
Il pubblico è così chiamato ad entrare in sintonia con gli attori, a riflettere sulla solitudine e sull’invisibilità che spesso accompagna chi vive una condizione di fragilità, qualunque essa sia. In un gioco di specchi tra palco e realtà, lo spettacolo mette in discussione i dogmi sociali aprendo una riflessione sul concetto di umanità, dignità e percezione delle tali, portando in scena non solo il testo ma anche il vissuto stesso dei protagonisti e trasformando la scena in un’esperienza di autentica testimonianza.
Per ArteVOX questa serata rappresenta un primo approccio ad un percorso di lavoro rivolto alle persone private della libertà in collaborazione con una storica realtà del territorio che da tempo lavora nelle carceri italiane. L'occasione per i detenuti di lavorare con il linguaggio espressivo del teatro è un potente strumento di introspezione, il tema della salute e della malattia, partendo dal testo classico di Molière tocca una condizione che gli è drammaticamente propria, considerato che la condizione carceraria è di per sé patologica e che molti detenuti sono tossicodipendenti e affrontano problemi di salute mentale.
Nel nostro percorso di ricerca artistica rivolto all'accessibilità anche il tema della condizione particolare di chi si trova recluso è molto rilevante nell'ottica della funzione emancipatrice e liberatrice della cultura.